La cornice teorica a cui faccio riferimento per il mio lavoro da psicoterapeuta è l’approccio cognitivo-costruttivista (Guidano,Liotti, Mahoney) e la teoria dell’attaccamento (J. Bowlby). La teoria dell’attaccamento, ampiamente riconosciuta dalla ricerca scientifica, permette di cogliere aspetti importanti della modalità in cui le persone (adulti e bambini) entrano in relazione tra loro. Nella pratica clinica, per il buon esito della psicoterapia è importante individuare la tipologie di attaccamento adulto che caratterizzano la persone al fine di permettere di armonizzare le dinamiche interpersonali e intrapsichiche che sottostanno ai modelli di attaccamento insicuri, e di fornire al paziente strumenti più adeguati e utili per guardare al suo mondo interno e relazionarsi agli altri.
Il costruttivismo si basa sull’assunto secondo il quale ogni volta che le persone formulano un pensiero, hanno una percezione o danno un giudizio, fanno un’azione costruttiva, ovvero costruiscono attivamente la loro esperienza personale, la loro realtà; non esiste dunque un’unica realtà, un unico modo di percepire ciò che ci accade, ma esistono diversi modi di interpretare la realtà . Ogni persona costruisce la realtà in base ai propri vissuti, valori, credenze e schemi personali. Tali schemi personali possono divenire limitanti e creare difficoltà importanti.
La psicoterapia permette di riconoscere gli schemi mentali disadattivi con cui le persone costruiscono la propria realtà e scoprire quali risorse attivare per favorire un profondo cambiamento personale.